TOPONOMASTICA
(ultimo aggiornamento: gennaio 2025)
(ultimo aggiornamento: gennaio 2025)
Il territorio di Pradipaldo confina ad est con il comune di Bassano del Grappa lungo la valle del rio Lavacile. A nord il confine con il comune di Lusiana Conco corre lungo la vecchia mulattiera della Scaletta che da Tortima arriva fino a sud di contrada Spelonchette, continuando poi poco a valle di contrada Brombe. Ad ovest è la valle del Fondello a far da confine con la frazione di Crosara. A sud il confine con la frazione di Valle San Floriano non è definito da elementi naturali o antropici di rilievo.
Di seguito vengono approfonditi i toponimi del territorio di Pradipaldo e forniti alcuni cenni storici sulle contrade.
I toponimi in blu indicati nella mappa sono le vie ufficialmente denominate di Pradipaldo mentre le linee rosse delineano i confini comunali.
Prima che il nome Pradipaldo indicasse un unico paese, il toponimo si riferiva solamente all’attuale centro, ossia le attuali contrade Chiesa, Zeggio e Fantini.
L’ipotesi più consolidata sull’origine suggerisce che il nome del paese sia composto di due elementi, il primo cioè “Pra’” ad indicare un prato ed il secondo elemento cioè “di Paldo”, ad indicare il probabile proprietario del fondo.
A corroborare tale ipotesi è l’esistenza di nomi propri assonanti con Paldo.
Il nome Paldo, derivante da Balthus, di origine bavarese (ardito), già nel medioevo risulta presente come nome proprio di persona, nella forma Paldus e Baldus.
Anche la plausibile deteriorazione dell’antico nome germanico Bidbald in Pipald (quindi Pra-pipaldo e poi in Pradipaldo) potrebbe spiegare l’origine del nome.
Un’altra supposizione è quella che attribuisce a Paldo la semplificazione della parola, sempre di origine tedesca, Bald che significa foresta e perciò indicante un territorio a pascolo (Pra’), ma attiguo ad una boscaglia (Bald).
Quanto però ad una possibile origine germanica, occorre evidenziare che in tutta la fascia meridionale dell’altopiano dei Sette Comuni, non sono presenti macrotoponimi (nomi di paesi) di origine cimbrica/germanica; è altrettanto improbabile che un toponimo si componga di un elemento di lingua latina e uno di origine germanica.
Curiosamente il nome Pradipaldo viene alterato spesso in Predipaldo dagli stessi abitanti, ma soprattutto dai forestieri e lo si trova anche in alcuni documenti ufficiali sia antichi che recenti.
Anche lo storico Ottone Brentari cade in errore citando il paese col nome Predipaldo e attribuendo al prefisso “Pre”, secondo lui di forma dialettale e sincopata, il significato di pluralità di prati a pascolo.
Più recentemente in una sua ricerca il professor Dionigi Rizzolo mostra come varianti del toponimo Pradipaldo fossero presenti in documenti molto antichi e suggerisce un’altra possibile etimologia, di seguito riportata integralmente:
“Nel 1551 l’estimo di Roveredo scrive il nome più volte in due forme diverse: Pra Ripaldo e Pra Riprando. Nell’estimo del 1610 appare la forma Pralipaldo.
Da queste tre forme originarie deriva l’attuale Pradipaldo.
Data la facilità con cui le due consonanti liquide -l-, -r- si scambiano fra di loro è assai verosimile che la forma originaria fosse la prima citata: Pra Ripaldo. La struttura del nome indica che esso è antico.
Ripaldo è formato dal nome Ripa e dal suffiso -aldo. Il nome ripa è identico al latino RIPA e deriva da esso. La forma veneta è invece riva. Il suffisso -aldo ha un valore peggiorativo.
Pralipaldo significa quindi: “il prato della pessima riva, della rivaccia”.
L'estimo del 1610 di Roveredo nomina un toponimo analogo: Realda, senza dati precisi per localizzarlo. Anche Realda era in origine Ripalda. Era probabilmente “terra ripalda”, cioè “terra della cattiva riva”.
Il passaggio da Pralipaldo a Pradipaldo è avvenuto quando la gente non ha più capito il significato originario della parola.”
Ad oggi quest'ultima ipotesi circa l’origine del nome del paese di Pradipaldo pare la più plausibile, soprattutto perché basata su documentazione storica scritta.
Qualche anno fa. Pradipaldo in una vista da sud; a sinistra l'aggregato di Speron e a destra il "monte" di contrada Fantini.
Qualche anno fa. Pradipaldo in una vista da sud-ovest.
Pradipaldo oggi.
Il territorio che attualmente comprende le contrade Bressani, Fodati e Pozza, ma che un tempo era considerato un’unica contrada, era detto Speron e più comunemente Spiron. L’origine del nome è facilmente intuibile dalla conformazione del colle a sud della contrada Pozza, ma è suffragata anche dalla ricerca del professor Dionigi Rizzolo qui riportata:
“Il nome è antico e risale con ogni probabilità al periodo del primo popolamento della montagna, al pari della vicina contrada Brombe che è citata nel 1407. Lo troviamo nel 1454: “nelle pertinenze di Marostica nella contrada dello Spirone (in contracta Spironj)”. Nell’estimo del 1566 il nome segnato è Spiron. Nel successivo estimo del 1604 è precisata la collocazione geografica: “verso Spiron in contrà de Rubio” (Notaio Vincenzo da Marostica, anno 1454).
Nell’antica parlata vicentina era in uso il nome speron col significato di “sprone”.
Il nome fotografa la forma leggermente appuntita della collinetta, vista come uno sperone da cavallo”.
In un documento del 1340 riguardante gli antichi privilegi dei Sette Comuni, viene citato Spiron vicino a Crosara; è probabile che si parli proprio dell’attuale territorio di Pradipaldo: “Eundo per vallem Spironi usque ad mediam Crosarium pratis plani” cioè “Percorrendo la valle dello Sperone fino in mezzo al prato della pianura di Crosara”. Da alcuni storici il documento viene ritenuto un falso realizzato qualche secolo dopo e predatato per poter rivendicare ai Sette Comuni l’appartenenza di alcuni territori meridionali dell’altopiano e ottenerne l’estensione dei privilegi fiscali.
Anche se probabilmente falso, questo documento riporta comunque il toponimo Speron già diversi secoli fa.
Nel catasto napoleonico dei primi del 1800 non sono presenti i nomi delle contrade Bressani, Fodati e Pozza individuate però come Speron di sopra, Speron di mezzo e Speron di sotto.
Immagine recente del monte Speron, che dà il nome all'intera area.
Il monte Speron visto da contrada Bressani; sullo sfondo il centro di Pradipaldo.
La contrada Bressani è la più settentrionale di Pradipaldo (Spelonchette-Balocca a parte) e deve il nome al fatto che il cognome Bressan era il più diffuso fra i residenti.
Questo toponimo appare ufficialmente nel mappe del catasto italiano dei primi del ‘900.
La presenza degli abitanti è accertata già dai primi del ‘600, con la data 1631 sull’architrave di una porta interna, scolpita con “mano” identica a quella delle incisioni delle stesso periodo presenti in alcune pietre delle contrade Bielli e Tortima; quasi sicuramente si tratta di opere dello stesso scalpellino.
Anni '70. Contrada Bressani e la Fratellanza in una vista da contrada Brombe.
Anni '90. Contrada Bressani.
Anni '90. Contrada Bressani in alto.
Contrada Bressani e parte della contrada Fodati oggi.
Contrade Bressani (in alto) e Fodati (in basso) oggi.
Contrada Fodati, molto probabilmente ospitava un tempo abitanti provenienti dal comune di Foza, detti ancora oggi "fodati", dediti alla pastorizia.
In questa contrada le case più antiche sono di metà ‘700.
Il toponimo appare ufficialmente nei documenti del catasto italiano dei primi del ‘900.
Anni '60. Contrada Bressani a sinistra e contrada Fodati a destra.
Immagine d'oggi. Contrada Bressani a sinistra e contrada Fodati a destra.
Immagine recente con contrada Bressani in alto e contrada Fodati in basso.
Contrada Pozza, come è facilmente intuibile, prende il nome dalla presenza nel centro della contrada di una pozza, che fungeva da abbeveratoio per il bestiame. Dato il carsismo dell'intero territorio pedemontano vicentino e quindi alla mancanza di corsi e sorgenti d'acqua, è assai probabile che questa pozza, come quella di via Zeggio, sia stata realizzata artificialmente rivestendo il fondo di un anfratto naturale con della creta battuta.
I primi insediamenti sono presumibilmente di fine ‘700, tant'è vero che è presente un’antica abitazione sul cui stipite della porta d’ingresso è incisa la data 1788.
Nel registro degli immobili del catasto napoleonico del 1813, una casa appartenente allora a Fantini Bernardo fu Bartolomeo, è registrata con la denominazione “alla Pozza”; questo dimostra che il toponimo era in uso già nel 1800, nonostante compaia scritto nelle mappe soltanto nel catasto di metà ‘900.
Nel catasto italiano di inizio ‘900 il toponimo con cui viene indicata questa contrada è ancora “Speron”.
Anni '90. Contrada Pozza in primo piano e contrada Fodati sullo sfondo.
Immagine d'oggi di contrada Pozza e parte di contrada Fodati.
Primi anni '90. Contrada Pozza in primo piano ed il centro di Pradipaldo sullo sfondo.
Primi anni '90. Contrada Pozza durante una nevicata.
Contrada Pozza oggi.
La contrada Fantini si trova lungo la strada che dagli anni ‘70 raggiunge contrada Brombe e da lì poi Rubbio.
Deve il nome al fatto che inizialmente i residenti per la maggior parte portavano il cognome Fantin.
In questa contrada la più antica abitazione, ora non più esistente, riportava incisa sulla chiave dell’arco a tutto sesto la data 1736.
Nelle mappe catastali di inizio ‘900 il monte di contrada Fantini è indicato con il nome di “Cornetta” mente la contrada era chiamata “Fantini di Sopra”.
Anni '30. Contrada Fantini in una cartolina.
Contrada Fantini oggi.
Immagine d'oggi di contrada Fantini dall'alto.
Contra’ Chiesa è quella centrale del paese, dove appunto si trova l’edificio di culto. Le case più antiche e la stessa chiesa sono di metà ‘700. Nel catasto dei primi del ‘900 le abitazioni nei pressi rientravano nella contrada denominata “Sotto la Chiesa”.
Anni '50. Contrada Chiesa in una cartolina.
Qualche anno fa. Contrada Chiesa.
Contrada Chiesa e a destra contrada Zeggio oggi.
Immagine recente di contrada Chiesa.
Zeggio è la contrada più a sud del paese e più comunemente detta Seggio o Sejo. Il toponimo è di facile interpretazione dato che deriva dal latino Cilium e quindi dal veneto Ceio e Zeio, stando ad indicare l’orlo o meglio il bordo di un monte, nel caso specifico del territorio centrale di Pradipaldo. Una delle case più antiche ha inciso l’anno 1786 con la sigla SHI invertita rispetto alla corretta IHS (Iesus Hominum Salvator).
È interessante riportare che nel catasto napoleonico dei primi dell'800 e del successivo catasto austriaco, Zeggio non è indicato nelle mappe; sono invece presenti toponimi ora in disuso. Innanzitutto il monte nei pressi dell’attuale trattoria Da Tranquillo era denominato “monte Primone”, mentre l’abitato conosciuto oggi come “Crestani” era detto “Tocchi”. Più a valle invece i due piccoli nuclei conosciuti come “Schirati” e “Rossati”, abitati fino agli anni ‘60, erano identificati nel 1813 con i toponimi “Scalfarotto” e “Ceresara”
La strada che conduceva all’abitato di contrada Zeggio era indicata nel primo catasto italiano come “Strada del Vegro”.
Fino agli inizi del '900 era presente all'imboccatura di via Zeggio (nel piazzale dell'attuale trattoria Da Tranquillo) una pozza per abbeverare gli animali, poi chiusa in seguito alla realizzazione dell'acquedotto.
Anni '50. Contrada Zeggio in primo piano.
Anni '80. Contrada Zeggio in primo piano.
Contrada Zeggio oggi.
Contra’ Brombe appartiene al territorio comunale di Lusiana Conco, ma fa parte dal 1938 della parrocchia di Pradipaldo.
Il nome potrebbe suggerire la presenza diffusa di piante di prugne selvatiche, in veneto dette brombari.
Il toponimo appare già nell’estimo del ‘600, nel quale il terreno circostante è descritto come sassoso e cattivo, non fertile.
Sicuramente un tempo il territorio attorno alla contrada era costituito da un’ampia radura tenuta a prato/pascolo o a povere colture di montagna.
Oggi molti terreni lasciati incolti si stanno ricoprendo di varia vegetazione spontanea.
Contrada Brombe oggi.
Contrada Brombe oggi.
L'abitato di contra’ Spelonchette appartiene al territorio comunale di Lusiana Conco, ma il nome compare anche nel catasto del comune di Marostica, perché proprio nei pressi di contra’ Spelonchette è collocato un cippo di confine con il comune di Lusiana Conco.
Qui si raggiungono gli 816 metri che sono il punto di maggiore altitudine del territorio di Marostica.
Nel catasto napoleonico il toponimo indicato era Speronchette, ma per gli abitanti della zona è "Spironchete" probabilmente dalla presenza di "spironche", spelonche, fessurazioni prevalentemente verticali nelle rocce carsiche sottostanti. Anche a Brombe all'interno di un'abitazione una spelonca profonda centinaia di metri è stata esplorata in più riprese negli anni '60 da speleologi triestini.
Poco più a sud di questa contrada è presente il piccolo nucleo abitato conosciuto con il nome di “Baloca” o “Balocca”, il cui nome verosimilmente deriva dalla menda-soprannome delle famiglie che vi abitavano.
Spelonchette e Brombe non hanno più residenti stabili, ma molte case restaurate e modernizzate vengono utilizzate nei mesi estivi.
Contrada Balocca oggi.
Il cippo di confine tra Marostica e Lusiana Conco nei pressi di contrada Spelonchette.
Fagarè Alto appartiene al territorio comunale di Bassano del Grappa (prima ancora apparteneva al comune di Valrovina), ma gli abitanti hanno da sempre fatto riferimento, per ragioni di vicinanza, alla scuola e alla chiesa di Pradipaldo.
Il nome potrebbe derivare dal latino fagaretum, ovvero "bosco di faggi".
Vista parziale di Fagarè Alto dal monte di Contrada Fantini negli anni '60.