SCUOLA
(ultimo aggiornamento: luglio 2025)
(ultimo aggiornamento: luglio 2025)
Durante il regno Lombardo Veneto nel 1818 venne emanata una legge che prevedeva per la prima volta l’istituzione delle scuole elementari e tecniche, ma fu solo dopo la nascita del Regno d’Italia che, con la legge Coppino del 1877, la formazione fino alla classe terza elementare venne resa obbligatoria, anche se l’obbligo scolastico era spesso evaso, poiché molti bambini da giovanissimi erano impiegati in varie attività lavorative domestiche.
Oggi siamo abituati a pensare alla scuola come la conosciamo noi, “normale” cioè regolata da una norma stabilita dallo Stato centrale, che vale in tutte le scuole italiane dello stesso ciclo. La scuola elementare introdotta dalla legge Coppino prevedeva invece gradazioni e differenze anche di programmi che oggi riterremmo incostituzionali; c’erano scuole cittadine e scuole rurali, anche i maestri/maestre erano pagati in modo diverso a seconda del sesso e del luogo di insegnamento (a parità di lavoro i maestri erano retribuiti fino a un terzo più delle maestre).
Essendo l’istruzione di competenza dei singoli comuni (sino al 1911) anche la qualità dei locali e dei servizi annessi era dipendente dalle risorse spesso modeste degli stessi comuni. Alcune scuole poi erano “provvisorie e facoltative” in considerazione del contesto e del numero degli alunni teoricamente obbligati. Fra queste rientrava anche la scuola di Pradipaldo fino al 1906; fu solo grazie alla maestra Elvira Rebesco che il comune di Vallonara e l’ispettorato scolastico di Bassano la classificarono “obbligatoria”, decretando inoltre che parte dello stipendio dell’insegnante (700 lire annue) fosse a carico del comune di Conco, da quando affluivano alla scuola di Pradipaldo anche gli alunni della vicina contrada Brombe (prima frequentavano le elementari a Fontanelle).
Successive leggi statali stabilirono parità di retribuzione per gli insegnanti senza distinzione di sesso e luogo di insegnamento, inoltre dal 1911 della scuola elementare si fece carico lo Stato, che poté disciplinare l'obbligo in modo più rigoroso anche in quelle realtà locali molto disagiate, in cui in precedenza i bilanci comunali non avevano consentito una corretta organizzazione della scuola.
La successiva riforma Gentile del 1923 prevedeva cinque anni di scuola elementare uguale per tutti e portava l'obbligo dello studio a 14 anni di età, ma di fatto questo rimase lettera morta per la stragrande maggioranza delle ragazze e dei ragazzi italiani fino al 1962-63, quando entrò in vigore la riforma della scuola media unificata (fino ad allora dopo le elementari si poteva frequentare la scuola media con il latino, propedeutica ai successivi licei, oppure l’avviamento professionale senza sbocchi scolastici successivi).
Il primo luogo di istruzione a Pradipaldo, all’incirca nel 1830-1840, fu l’abitazione del maestro Colpo originario di Conco, che accettò l’incaricò di insegnare in paese e si stabilì inizialmente in una casa di via Zeggio per poi trasferirsi nell'edificio che ospitò la scuola elementare fino alla sua chiusura. La costruzione della scuola risale alla meta dell’Ottocento, poiché nelle mappe catastali austriache del 1843 era già rappresentata, ma non compariva ancora nel catasto napoleonico del 1813; il fondo sul quale è sorta apparteneva a Fantini Marco Antonio fu Bartolomeo.
La scuola fu intitolata più tardi a papa Giovanni XXIII.
La scuola constava di un’unica grande aula per tutte le tre classi con al piano superiore l’abitazione del maestro, ma agli inizi del ‘900 con l’aumento della popolazione, il numero degli alunni arrivò quasi ad 80 e perciò fu deciso di fare lezione al mattino per la classe seconda e terza e al pomeriggio per la classe prima.
Durante il periodo della prima guerra mondiale l'edificio scolastico di Pradipaldo fu occupato dai militari del regio esercito ed utilizzato come stazione logistica di transito per vari servizi.
Negli anni ‘50 il piano superiore venne trasformato in aula destinata alle classi quarta e quinta, da affidare naturalmente ad un secondo maestro.
Contemporaneamente in alcuni locali dell’ex cooperativa fu creato un confortevole appartamento di abitazione per il maestro/la maestra; fu per molti anni la residenza della maestra Erminia Grigoletto. Il secondo insegnante in genere raggiungeva quotidianamente Pradipaldo in motocicletta o in auto oppure trovava ospitalità nella vicina trattoria/locanda.
Per alcuni anni parte dell’appartamento in “cooperativa” fu adibito anche a mensa per gli alunni che fruivano di rientro pomeridiano.
Da riportare che in questa scuola confluivano per comodità anche gli alunni della vicina Fagarè Alto (meglio nota come “Costa”) appartenente al comune di Bassano.
Nell’archivio storico del comune di Marostica si trova traccia di interventi eseguiti tra il 1947 e il 1948. I muri a secco in pietrame che sostenevano il terreno attorno al fabbricato scolastico a monte e verso la strada provinciale, erano in condizioni precarie ed una parte era già crollata. Con un importo di lire 160.000, sotto la direzione del geometra G. Gandolfi, l’impresa Xausa Cesare di Maroatica, effettuò i lavori di ricostruzione dei muri e l’installazione nel cortile di una rete metallica con cancelletto. Recinzione che durò all’incirca fino agli ‘70 quando fu poi sostituita.
Nel 1960, quando ancora si contavano in media ogni anno 40 alunni, il comune di Marostica finanziò il progetto per un nuovo edificio, dato che l’esistente era decrepito, privo di servizi igienici, inadatto per l’insegnamento all’aperto e soprattutto con accesso diretto dalla sempre più trafficata strada provinciale. La proposta dell’architetto Venanzio Todesco di Bassano del Grappa prevedeva una nuova scuola a pianta esagonale sempre con due aule pluriclasse, da realizzarsi un centinaio di metri a sud-ovest dell’attuale, orientata verso sud e con accesso da nord; il tutto per un costo preventivato di nove milioni di lire.
Sul finire del 1963, il comune intervenne invece sul vecchio edificio con importanti lavori di ristrutturazione ed ammodernamento, per cui il progetto per il nuovo edificio scolastico fu abbandonato.
Gli anni successivi furono interessati da un lento ma inesorabile calo demografico (molte famiglie soprattutto da contrada Brombe si erano trasferite in pianura), tant’è che nei primi anni ‘70 l’amministrazione valutava di sopprimere la scuola, sia per motivi economici ma anche per poter consentire agli alunni di frequentare classi uniche anziché pluriclasse e senza dover cambiare insegnate ogni anno; i genitori tuttavia si dimostrarono disposti a fare il possibile per conservarla, probabilmente con il fine ultimo di mantenere il contatto con le istituzioni e di non sentirsi isolati completamente.
Molto interessante è la relazione circa la scuola redatta dal maestro Antonio De Rossi nell'anno scolastico 1972-1973 e di seguito riportata integralmente:
“Il fabbricato in cui attualmente si trova la scuola è il risultato di un restauro operato su un vecchio edificio preesistente e già allora adibito a tale uso. Oggi se non ottimale, il fabbricato si presenta per lo meno sufficiente. E' composto di due aule in due piani diversi abbastanza ampie in rapporto al numero degli alunni, il che non crea problemi di spazio per altre attività didattiche. Anche i servizi sono sufficienti nonostante l'inconveniente della porta che dà direttamente sull'aula. Il materiale didattico è sufficiente e lentamente si arricchisce di anno in anno con i pochi fondi messi a disposizione dal Ministero. Un accenno merita la biblioteca scolastica che è dotata di un certo numero di libri ma il cui contenuto non è sempre adeguato alle necessità scolastiche. Fortunatamente quest'anno si è riscontrata una lodevole sensibilità nell'amministrazione comunale che ha acquistato una moderna ed agile enciclopedia con grande interesse dei ragazzi. Il numero degli alunni si aggira mediamente attorno ai 25, distribuiti nei cinque corsi, suddivisi in due classi. Si tratta, come si può ben capire, di una scuola pluriclasse con due soli insegnanti, con tutte le implicazioni e conseguenze che ciò comporta. Alla scuola di Pradipaldo convergono anche ragazzi di altre frazioni: Fagarè di Valrovina e Brombe di Conco. Anche questo fatto denota il disagio e il sacrificio che in genere questi ragazzi affrontano per venire a scuola, specie nei mesi invernali. I ragazzi presentano normalmente un livello di intelligenza normale o buono, però sono fortemente condizionati dall'ambiente socio-culturale in cui vivono: la mancanza di scuola materna, ambienti familiari spesso autoritari, mancanza di esperienze comuni ai ragazzi della loro età, l'impossibilità per molte famiglie di offrire in casa quel completamento dell'opera educativa che sarebbe auspicabile. Rari i ragazzi che avrebbero bisogno di scuola differenziale. Circa la questione di sopprimere la scuola, mi sembra che se ne parli da un paio d'anni, trovando divisi gli stessi genitori. Se la volontà sarà di mantenerla, crediamo che ci possa essere anche la possibilità di superare quelle deficienze socio-culturali dell'ambiente, di cui sopra parlavo, organizzando una scuola a tempo pieno con criteri pedagogici moderni. Essa permetterebbe uno studio più approfondito del proprio ambiente, il superamento di quel dislivello che si nota quando i ragazzi vanno alle medie ed una integrazione di ciò che le famiglie non offrono. Tutto questo comporta un impegno preciso delle famiglie e coinvolge per i locali e le strutture l'amministrazione comunale. Può essere difficile ma potrebbe essere una soluzione”.
La realtà scolastica e culturale di Pradipaldo ha purtroppo risentito dell'ambiente sociale ed in misura non indifferente della posizione geografica della frazione, relativamente lontana dal capoluogo di Marostica e da Bassano del Grappa , creando delle difficoltà per i giovani e gli abitanti del posto ad usufruire delle varie strutture e servizi per l'istruzione.
Un'ultima richiesta da parte dei genitori di intervenire sulla struttura, risale al 1981 quando fu chiesto al comune di Marostica la sistemazione del fondo del cortile e di ristrutturare un'aula con il fine di consentire la presenza di un terzo insegnate, visto il numero superiore a 10 alluni appartenenti al 2° ciclo.
Nel 1991 avvenne la chiusura definitiva della scuola.
Con la dismissione della scuola elementare, l’edificio che la ospitava fu interessato da piccoli lavori di restauro in particolare del tetto e venne adibito a biblioteca, sala riunioni, sede delle locali associazioni e seggio elettorale.
Da quando è stato costruito il nuovo impianto sportivo polivalente, la vecchia scuola è praticamente inutilizzata.
Va ricordato che almeno fino agli anni ‘60 il maestro o la maestra e il parroco di un piccolo paese erano le sole persone con titolo di studio, spesso vere e proprie autorità cui i paesani si rivolgevano per consigli.
Alcuni nomi degli insegnati che i pradipaldesi ricordano o di cui si parla in alcuni documenti sono: maestro Colpo, maestra Giovanna De Laude, maestra Elvira Rebesco, maestra Catti, maestra Erminia Grigoletto (nipote di don Pietro Follador, per molti anni fu “La Maestra” anche dopo il suo pensionamento), maestra Elide Imperatori Bellotti (originaria di Roma, divenuta figura di spicco della cultura bassanese e insegnante educazione sessuale già negli anni ‘50), maestro Antonio De Rossi, maestra Leda Poli, maestra Daniela Bassetto.
Da quando la scuola elementare di Pradipaldo è stata chiusa, gli scolari tramite il servizio di trasporto pubblico organizzato dal comune di Marostica si sono recati fino a giugno 2024 alla piccola scuola di Valle San Floriano rimasta attiva anche grazie ai pochi bambini provenienti da Pradipaldo. A partire da settembre 2024 la scuola elementare è cessata, a causa soprattutto del calo demografico, ed è stata convertita dal comune in Centro Provinciale per l’istruzione degli Adulti (CPIA)
La scuola di Valle è intitolata a Virginio Andriolo, un soldato nato nel 1873 nello stesso paese, appartenente al 6° reggimento Alpini e caduto in battaglia ad Adua in Etiopia il 01 marzo 1896. Da segnalare che a Valle San Floriano l’attuale edificio scolastico fu realizzato dopo quello di Pradipaldo, probabilmente perché prima veniva utilizzata la canonica per le lezioni.
L'edificio della ex scuola oggi.